Affinità personali o affinità valoriali? - 5° incontro online tra gli ecovillaggi

Il primo giorno di primavera, con l'entusiasmo di un gruppo di amici che stanno per organizzare il primo picnic stagionale, ci siamo invece ritrovati al PC, per il nostro ormai consueto appuntamento domenicale, con lo stesso sorriso e la stessa voglia di stare insieme (come fossimo in un prato!), per un confronto costruttivo e interessante. 

Il tema, proposto dalla comunità Torri Superiore che facilitava l'incontro, è stato particolarmente sentito e spunto di molte riflessioni.

Le domande che ci siamo posti, a cappello del dialogo, sono state:

- La nostra comunità si intende tale perché si poggia su affinità personali o su affinità di valori? 
- Il progetto vale per sé o c'è bisogno anche di costruire delle relazioni di affetto e amicizia? 
- Possiamo convivere amandoci ma senza un progetto comune o - viceversa - si riesce a portare avanti un progetto anche in momenti di difficoltà relazionale?
 

Difficile per me sintetizzare le posizioni emerse. Le voci sono state molte e diversificate; tante anche le esperienze personali ed emotive raccontate nel gruppo. 

Proverò a evidenziare le polarità che si sono manifestate.

Da un lato, si è sottolineato che senza un progetto comune, e di conseguenza una forte affinità valoriale e di intenti lungimiranti, è pressoché impossibile tenere in piedi una comunità. L'intento, la visione e i conseguenti valori che la rappresentano funzionano da collante, in tutti i sensi, sia progettuali (strategici, pratici, di scelte, di lavoro condiviso), sia relazionali poiché coinvolgono tutti a più livelli e - necessariamente - portano a una vicinanza quotidiana che serve a nutrire anche la relazione. In un progetto comunitario, anche la relazione deve essere soggetto dei valori che sottendono la visione. E' necessario e imprescindibile che essa venga sostenuta e alimentata dagli stessi principi. 

Relazione però, in questo caso, non significa necessariamente "amicalità" o "affinità". E' stato sottolineato come - spesso - l'affinità valoriale che permette di costruire una progettualità comune, non è sinonimo di "simpatia" o "similitudine caratteriale"... anzi. Questo però, partendo dal valore del rispetto reciproco, e lavorando sull'integrazione delle diversità per un fine comune, può diventare un punto di forza e di crescita collettiva. Si impara a gestire il conflitto, si trovano punti di confronto e collaborazione dove sembra apparentemente impossibile, si migliore l'eterogeneità di un gruppo aumentandone le potenzialità creative e le risorse disponibili. E, di fatto, la relazione si consolida, si fa autentica, diventa profonda.

 

Quindi... il progetto aiuta la relazione. 

 Dall'altro lato, un progetto "ingombrante", una focalizzazione univoca sugli intenti - che genera un gruppo fortemente coeso su questo aspetto - ha i suoi "contro". Un collettivo molto ideologico o che nutre poco la relazione umana più "amicale" rischia di portare a delle mancanze, a delle insoddisfazioni sul piano personale, tali da incrinare la forza del progetto stesso. Un gruppo forte nell'ideologia, può restare chiuso su sé stesso, non riuscire a integrare bisogni nuovi e idee fresche, essere ostile al "diverso" (anche inconsapevolmente) e subire quindi una carenza di contaminazione utile invece alla bio-diversità relazionale.  Inoltre, un focus troppo concentrato sul progetto, rischia di diventare energivoro, di dedicare meno tempo all'essere umano che ne fa parte, con anche i suoi limiti, le sue necessità e bisogni, i suoi piaceri e passioni. Può esserci l'inconveniente di diventare "schiavi" del proprio ideale, perdendo di vista che il benessere umano e sociale dovrebbe essere la nostra attenzione principale. E in quel benessere, ci sono anche le relazioni nutrienti.

 Quindi... la relazione aiuta il progetto.

 In sostanza, è apparso chiaro che relazione e valorialità sono estremamente interconnesse, si devono nutrire a vicenda e devono danzare in armonia, perché un progetto comunitario sia davvero lungimirante e duraturo. E' quindi importante non sottovalutare nessuno di questi aspetti, bensì farli dialogare quanto più possibile.

 Sul finire dell'incontro, si è anche sottolineato come quest'armonia possa dipendere in parte anche dalle strutture residenziali e logistiche che si decidono per il progetto. Una struttura comunitaria con molti spazi condivisi influenza relazione e partecipazione in modo diverso da una struttura con molte aree private o separate. E' una riflessione che va tenuta in considerazione quando si pensa all'identità globale del proprio gruppo, ricordando che le scelte iniziali hanno spesso ripercussioni anche a lungo termine. La struttura influisce molto su tanti e diversi aspetti comunitari, soprattutto in termini relazionali. E data per assodata l'interconnessione tra lungimiranza di un progetto e nucleo relazionale dello stesso, è importante tenerne conto.

 Spero di essere stata esaustiva e di essere riuscita a dare, seppur in estrema sintesi, una rappresentazione delle riflessioni emerse nel nostro incontro.

Sentitevi liberi di integrare e far continuare questo dialogo anche attraverso commenti, feedback, risposte a questi miei "resoconti".

 Vi abbraccio.

A breve anche il report sull'ultimo incontro che si è tenuto la domenica appena passata.

Prossimo appuntamento, domenica 2 maggio alle 10.30 :-) 

Speriamo di vedervi numerosi

 

Simona Straforini

Tempo di Vivere

 

P.S. UN OMAGGIO IN ONORE DELLA PRIMAVERA che è stato condiviso durante l'incontro e mi fa piacere donare anche a voi tutti:

"Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati
senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello
che si apre nella pienezza di ciò che è.
E quando ciò accadrà,
potrai scoprire
che andavi sognando
di essere un fiore
che aveva da fiorire."  

Daisaku ikeda

Foto dell'articolo tratta dalla pagina Facebook dell'Ecovillaggio Alvador

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